Pages

martedì 21 aprile 2009

ahi ahi ahi sò casini!!!


VAI COSì Bordelli!!!

ps: divertitevi anche voi! click

giovedì 16 aprile 2009

Dal Sole 24ore

Questo è per denunciare il fatto che con la prevenzione qualche catastrofe si può evitare .
"Il dossier di Barberi che aveva previsto tutto.
"C'era un dossier dell'allora capo della protezione civile, Franco Barberi, che dieci anni fa aveva previsto tutto. Aveva, quel dossier, censito la vulnerabilità degli edifici pubblici strategici e specialì in zone a rischio. Una mole di informazioni enciclopedica: 42.106 schede su altrettanti edifici. Si parlava, nel dossier, della Campania, della Basilicata, della Calabria, del Molise, della Puglia e della Sicilia. E naturalmente dell'Abruzzo. Quel dossier è un documento straordinario, testimonianza del vero scandalo italiano: l'assenza di una seria politica di prevenzione. Lo diceva ieri sera Bertolaso: «La prevenzione non porta votì». Affrontando il capitolo abruzzese, tutti i dati raccolti tenevano conto del rischio sismico. Era stato profetico Barberi nella sua relazione: «Appare indispensabile che questo patrimonio di dati costituisca linea di indirizzo costante per l'avviamento a soluzione dei complessi problemi legati alla sicurezza del territorio interessato dal rischio sismico, in una corale accettazione di responsabilità da parte di tutti gli organismi interessati». E' una doppia beffa questo documento, perché, dopo il dossier Barberi, la regione Abruzzo ha lavorato a catalogare duemila edifici pubblici, a redigere schede tecniche, a memorizzare in 'data base' le informazioni raccolte sullo stato dell'arte dei duemila edifici. A elencare i palazzi a rischio, a partire da quello della prefettura dell'Aquila, di palazzo Quinzi, sede del liceo classico cittadino, del comune, del tribunale, della scuola De Amicis. Un lavoro terminato nel 2007, e reso noto in grandi linee in un vertice presieduto dal prefetto nel dicembre di due anni fa. Dunque il dossier scientifico di Franco Barberi.

Denunciava Barberi che diversi palazzi in muratura dell'antico centro storico erano a rischio: dieci addirittura a 'rischio alto' o 'medio alto', che presentavano una 'alta vulnerabilità' ben 171 edifici destinati all'istruzione (i dati dei sopralluoghi di questi giorni sono demoralizzanti: l'80% degli edifici scolastici risultano inagibili), e ben 55 utilizzati nel settore della sanità (lo scandalo dell'ospedale san Salvatore non era esploso nella sua drammaticità, ai tempi di Barberi). Dieci anni dopo, la profezia di Barberi si è tragicamente avverata. Tra i palazzi antichi a rischio vulnerabilità c'erano quelli crollati o fortemente danneggiati il 6 aprile scorso: la prefettura, il conservatorio, le facoltà universitarie, la biblioteca comunale (anche questo palazzo è al centro dell'attività investigativa di questi giorni).

«I complessi in muratura - scriveva Barberi - sono il doppio di quelli in cemento armato, appena il 31% degli edifici campionati. I complessi pubblici, poi, sono costituiti da vecchi immobili e solo raramente le funzioni pubbliche sono state trasferite in nuovi edifici in calcestruzzo armato». Una annotazione che fa riflettere: in zone a rischio sismico, le sedi delle istituzioni che in situazioni di emergenza dovrebbero essere in grado di garantire la funzionalità pubbliche, dovrebbero essere costruite nel rispetto delle norme antisismiche per avere meno probabilità di subire danni strutturali in caso di terremoto. Ovvio. Ovvio. Ma in Abruzzo non è andata così.
Ancora alcuni dati del censimento Barberi: «Sono 209 gli edifici in muratura di cattiva qualità, con orizzontamenti deformabili. E altri 346 sempre di cattiva qualità con orizzontamenti rigidi». Il mistero abruzzese è tutto qui. Cosa è stato fatto dal 1999 - anno in cui è stato presentato il dossier Barberi - a oggi?. La risposta sta nelle macerie de l'Aquila.(Ri.Ba.)
16 aprile 2009

lunedì 13 aprile 2009

Mai così "apart"

Pasqua è trascorsa e tra una mezzora trascorrerà definitivamente anche Pasquetta. Una giornata insolita, almeno per me. A qualcuno, può darsi, sarà addirittura parsa quasi monotona. Mai prima d'ora, la Gang Apart è stata degna di essere definita tale. Sette unità divise, separate casualmente o forse per propria volontà, ciascuna dislocata in un posto diverso, sia fisico che mentale, condiviso con persone note o in altri casi sconosciute, persone simpatiche, arroganti, bizzarre o magari del tutto insignificanti. Segno dei tempi che corrono, del desiderio intrinseco di cambiare, degli anni che passano inevitabilmente e delle persone, delle cose, degli animali, delle città e talvolta anche dei fiori che si interpongono sulle nostre strade pericolanti, elementi che colorano con tecniche e stili differenti le nostre vite un tempo comuni, da un po' di stagioni a questa parte, forse, sempicemente collidenti. Al di là di tutto, della malinconia di queste mie riflessioni, al di là dei miei tenui ma comunque spassosissimi giorni di festa, delle opulenze di una tavola perennemente imbandita, dei sorrisi avvinazzatissimi, delle ciniche partite al caro Monopoli, per l'occasione rispolverato nella gloriosa edizione europea, con il qui presente a dominare la scena continentale grazie ad una memorabile manovra geo-politica covata nei sobborghi parigini e proseguita con vanto nella stessa capitale in cui vent'anni fa cadde un muro e che da poche ore è stato di nuovo eretto da tutte quelle migliaia e migliaia di seguaci per blindare strenuamente la mia fortezza. Al di là degli occhi lucidati dall'efficace THC, dei respiri allungati a cielo aperto, profonde inalazioni d'aria gelida, sottile e pulita, nei meandri della notte buia, col pennello orientato verso delle linee bluastre disegnate magistralmente all'orizzonte, cercando invano di non intaccare quella tela, schizzando scriteriatamente sui jeans già imbevuti di benzina, intanto che lo sguardo sfidava la tramontana per poi perdersi magicamente tra quelle vallate, scenari che, ad occhio e croce, sembravano proprio come l'Irlanda descritta sui libri di Joyce o cantata sulle rapide note dei benemati Pogues. Al di là di queste immagini, sgangherati amici, voi tutti mi siete mancati molto, ma, molto di più, mi è mancata quella spinta, quello slancio, quell'ardore dei nostri tempi migliori, quando, in primis, la compagnia veniva prima di ogni altra cosa. Il senso delle nostre vite sta cambiando, me ne rendo conto anche io, che di solito non mi accorgo nemmeno di portare i pantaloni sbottonati. Per alcuni di noi quel senso è già cambiato da un bel po'. Per qualcuno, chissà, probabilmente per i più irriducibili, la vita non cambierà mai, semplicemente perché convinti che l'unico senso tollerabile, in sostanza, sia sempre lo stesso che da anni, con le dovute variazioni di metodo e la maturità tratta dalle esperienze, si continua ad interpretare. Lo stile perpetuo di chi è fanciullo e tale rimarrà per sempre. Lo stile inconfondibile di un idiota che non ha capito ancora che il suo senso di marcia, in verità, sia esattamente opposto a quello della stragrande maggioranza delle persone che popolano questo splendido, ma totalmente incompreso mondo che qualcuno, prima di noi, ha inteso chiamare Terra.

giovedì 9 aprile 2009

Chi ha costruito l'ospedale San Salvatore de L'Aquila?


Domanda: cosa unisce l’A3 Salerno-Reggio Calabria, il Ponte sullo Stretto, l’emergenza rifiuti in Campania, la diga di Ilisu e tante opere discutibili, tra cui l’ospedale San Salvatore di L’Aquila, crollato a seguito del recente sisma?

Risposta: la Impregilo Spa.


Sembra infatti che i finanziamenti del Ponte sullo Stretto sia stato un modo per salvare gli azionisti di maggioranza e minoranza di tale ditta. Ditta che ha un curriculum quantomeno imbarazzante, che qualora l'opinine pubblica ne fosse al corrente, non le permetterebbe di costruire neppure un marciapiede.

Protocolli d’intesa

Diciassette marzo 2004. Impregilo – in associazione con Condotte – vince l’appalto del secondo e del terzo maxi lotto della Salerno - Reggio Calabria, dallo svincolo di Gioia Tauro in giù, per un importo complessivo di 1.200 milioni di euro. La gara, iniziata nel mese di agosto del 2003, rappresenta una delle principali applicazioni della Legge Obiettivo, con tempi di realizzazione di circa 3 anni e mezzo dalla consegna. Una proiezione della CGIL, oggetto di sdegnate smentite, pronostica invece il 2035 come l’anno di definitiva chiusura dei lavori. I cantieri sono stati aperti nel 1997.

Il 30 gennaio del 2003 ANAS e prefetture di Reggio Calabria e Vibo Valentia siglano un primo protocollo d’intesa, cui aderiscono le imprese ed i sindacati. Sono previsti cantieri blindati e posti di blocco della Guardia di Finanza; sbarramenti e controlli elettronici per persone, materiali e mezzi; coordinamento con le DDA e le Procure della Repubblica di Calabria, Campania e Lucania; nuova assunzione di personale ANAS “specializzato in sicurezza”; controlli a tappeto su appaltatori e subappaltatori; “contrassegni di identificazione elettronica” sugli automezzi impegnati nei lavori.

Il primo aprile 2005 l’ANAS, la cordata guidata da Impregilo e la Prefettura di Reggio Calabria firmano un ulteriore protocollo d’intesa per la “prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata”.

L’impegno sottoscritto è finalizzato a “coadiuvare l’attività delle Istituzioni, ad adottare tutte le misure del caso atte ad evitare affidamenti ad imprese sub-appaltatrici e sub-affidatarie nel caso in cui le informazioni antimafia abbiano dato esito positivo. […] Impregilo effettuerà anche controlli, verifiche e monitoraggi per scongiurare l’intromissione di imprese irregolari, forme di caporalato o lavoro nero […] L’adesione al protocollo firmato oggi è particolarmente significativa perché testimonia ancora una volta l’impegno di Impregilo a contrastare quei fenomeni illeciti quali la criminalità organizzata e la corruzione, nonché a garantire la massima trasparenza ed affidabilità nei sub-appalti”.

Solamente due anni più tardi queste parole assumeranno il sapore amaro della beffa: il 7 luglio 2007, quindici persone sono arrestate dalla procura di Reggio Calabria con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione.

Secondo i magistrati, le imprese aggiudicatarie versavano il 3% come “tassa sicurezza cantiere”, e spesso avrebbero affidato a società di riferimento la fornitura di materiale e servizi, talvolta con la mediazione di imprenditori insospettabili capaci di aggirare le informative antimafia.

Ogni intervento sui cantieri, secondo le indagini, era stato spezzettato secondo il criterio della competenza territoriale: ai Mancuso, il tratto Pizzo Calabro-Serra San Bruno; ai Pesce, il tratto tra Serre e Rosarno; infine, ai Piromalli la zona tra Rosarno e Gioia Tauro. Nell’ elenco degli indagati c’è il patriarca Gioacchino Piromalli, 73 anni, vera cerniera tra gli anni ‘70 e il 2000 per tutti i lavori pubblici dell’area: dal Centro siderurgico (mai realizzato) al porto di Gioia Tauro, fino all’autostrada, dalla prima costruzione agli appalti odierni.

Vittime o colluse?

“La ‘ndrangheta raggiunge tutte le attività”, dichiara alla stampa il procuratore di Reggio Calabria, Franco Scuderi: “Ci sono facce compiacenti che prestano la loro immagine formalmente pulita per aggirare la normativa antimafia. Addirittura emerge un quadro secondo cui, dal Nord, le grandi ditte inviano i loro emissari per mediare con la ‘ndrangheta, per ricercare ditte così dette a modo e gradite alle cosche per ottenere forniture di beni, noli di automezzi”.

“Intorno all’ autostrada non si scatenano soltanto gli appetiti della ‘ndrangheta. Ci sono anche gli interessi di imprese nazionali e internazionali che, nel corso degli anni, si sono aggiudicati i lavori per le grandi opere in Calabria. C’ è la convenienza che ha fatto stringere patti, accordi difficili da rinnegare all’improvviso. Eppure il cambiamento è un vero cambiamento solo se questi patti verranno sciolti” dichiara il neo procuratore capo di Reggio Giuseppe Pignatone.

Il presidente degli industriali calabresi Umberto De Rose sostiene che qui “le imprese del Nord non hanno dato un buon esempio“, e Confindustria in sostanza usa due pesi e due misure per giudicare i suoi iscritti, espulsione per i piccoli che si arrendono al pizzo, silenzio per le grandi aziende.

Roberto Di Palma, magistrato della DDA di Reggio, ad un certo punto si è chiesto: “Imprenditori sottoposti ad estorsione o collusi?”.

Imprese come Condotte ed Impregilo, si legge nel Decimo Rapporto di Sos Impresa “Le mani della criminalità sulle imprese”, avevano insediato nelle loro società due uomini che, secondo gli inquirenti, “da sempre avrebbero avuto a che fare con esponenti della criminalità organizzata e con imprese di riferimento alle cosche”. Dalle indagini è emerso che il famoso 3% sarebbe recuperato con “l’alterazione degli importi delle fatture”.

“Né alla società né ai propri dirigenti è mai stato notificato alcun provvedimento da parte della magistratura da cui si possano desumere rapporti con la criminalità organizzata per l’autostrada Salerno Reggio Calabria”, afferma Impregilo in un comunicato stampa.

Francesco Falbo, colonnello della Guardia di finanza e responsabile della Dia di Reggio Calabria, racconta in un’intervista la sua esperienza diretta: “Il sistema funziona così. Il General contractor, in questo caso Impregilo, quando riceve le offerte deve chiedere alle prefetture l’informazione antimafia. Per forza. La legge lo prevede per certi importi, dai vecchi 300 milioni di lire in su, ma in realtà già per l’A3 Astaldi, la stessa Impregilo e le altre società hanno fatto dei protocolli d’intesa per importi inferiori […]”.

La migliore sintesi della situazione è però del procuratore capo di Reggio Pignatone: “La Calabria? Una terra estremamente povera che affoga in un mare di soldi”.

Interesse strategico nazionale

Tutto inizia nel 1997 quando Antonio Rastrelli, presidente della regione Campania per AN, diventa commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Sulla base di un progetto dell’Enea e per conto del ministro dell’Ambiente del primo governo Prodi, redige il nuovo “piano regionale per i rifiuti solidi urbani”, che prevede la privatizzazione in blocco del ciclo di smaltimento degli Rsu.

Un piano che porterà, grazie ai suoi successori, al dominio monopolistico dell’Impregilo sul trasporto, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti di tutta la Campania. L’idea è quella di spremere energia dall’incenerimento delle eco balle, il cosiddetto CDR (combustibile derivato dai rifiuti).

Alle imprese che si aggiudicano gli appalti infatti il governo garantisce il pagamento a peso d’oro di ogni tonnellata di immondizia bruciata e la possibilità di vendere l’energia ad un prezzo triplo di quello di mercato. Si tratta dei cosiddetti “Cip 6”, introdotti fin dal 1992 dal comitato interministeriale prezzi, quali incentivi, pagati dalla collettività con la bolletta dell’Enel (7%), alla produzione di energia proveniente da “fonti pulite e rinnovabili”.

Gli inceneritori regionali vengono gestiti in regime di monopolio dal gruppo Impregilo, che vive uno dei momenti più critici della sua pur travagliata storia quando è disposto il mega-sequestro di 750 milioni di euro a carico della società. Il successivo intervento della Cassazione (dopo una camera di consiglio durata sei ore e mezza) salva la società.

Dopo la tragedia della spazzatura napoletana raccontata dai mass media di tutto il globo, Impregilo si trova in una difficile situazione: da un lato deve proteggere il suo investimento, cioè riscuotere dallo Stato, dall’altro rischia un crollo d’immagine come imputato di primo piano del disastro campano.

A fine 2007, si arriva ad una intesa col Commissario straordinario, che passa sotto il nome burocratico di “atto ricognitivo” e che stabilisce il diritto del gruppo a vedersi rimborsati con denaro pubblico i costi sostenuti per realizzare il termovalorizzatore di Acerra (non ancora ultimato, ma protetto dalla fine di giugno del 2008 dai militari dell’esercito italiano in quanto “area strategica nazionale”) e i tre impianti per la produzione di cdr di Caivano, Giuliano e Tufino. In totale fanno 389 milioni di euro.

Chi è Impregilo?

La società vanta numeri da primato: un capitale sociale di 716 milioni di euro, un portafoglio ordini superiore ai 13 miliardi di euro, oltre 10.000 dipendenti, cantieri aperti in tutto il mondo, dalla Nigeria agli Stati Uniti fino alla Cina.

Negli anni tra il 1989 e 1990 Fiat Impresit e Cogefar si fusero in Cogefar-Impresit. Successivamente furono incorporate anche le società Girola e Lodigiani, diventando Impregilo Spa (Impre-Gi-Lo). Sono gli anni di Tangentopoli in cui la società è coinvolta a pieno titolo.

Successivamente ancora fu incorporata la società d’ingegneria Castelli e al termine di quel periodo fu nominato quale presidente del gruppo Franco Carraro, già ministro dello Spettacolo, sindaco di Roma, presidente del Milan, del CONI e della Federcalcio fino al 2006 quando si dimette in seguito a “calciopoli”.

Dalla fine del 2005 circa il 30% del capitale sociale è detenuto da Igli SpA dopo l’esercizio dell’opzione call sulle azioni detenute da Gemina, controllata dai Romiti. Da febbraio 2007 l’assetto azionario di Igli è composto in modo paritetico, al 33%, dalle società Argofin (gruppo Gavio), Autostrade (Famiglia Benetton) e Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti).

Da evidenziare l’importante presenza delle Assicurazioni Generali e ABN AMRO, ottava banca europea per capitalizzazione ed acquirente del gruppo Antonveneta.

Chi è Condotte Spa?

La “Società italiana per Condotte d’acqua” è stata fondata il 7 aprile 1880. In seguito diventa una società per azioni e viene acquisita dal gruppo IRI-Iritecna. Nel 1997 viene interamente privatizzata. Nel 2000 lo Stato ne celebra i 120 anni con un francobollo commemorativo in 50 esemplari che rappresenta un ponte realizzato nel ’68 sul fiume Paranà, in Argentina.

Negli ultimi anni Condotte si segnala come partner fedele di Impregilo dal Mose alla TAV, dalla Salerno - Reggio Calabria fino al Ponte sullo Stretto.

Il 20 marzo del 2008 si registra il momento forse più imbarazzante della sua secolare storia, quando la prefettura di Roma decide di ritirare il cosiddetto “certificato antimafia”, mettendo a rischio numerosi cantieri (250 milioni di euro di contratti ANAS) e la credibilità internazionale dell’azienda.

Condotte incassa comunque grande solidarietà dai “colleghi”. L’Istituto Grandi Infrastrutture (Igi) – che raccoglie i costruttori di opere pubbliche - dichiara: la vicenda Condotte “riporta l’attenzione sulla normativa antimafia che necessita di essere aggiornata, centralizzata e supportata da strumenti di tutela sia per le imprese, sia per le stazioni appaltanti”.

Il 18 giugno il Tar del Lazio annulla il provvedimento prefettizio “per un’evidente mancanza di istruttoria e di motivazione”, oltre che per carenza di “attualità ed adeguatezza alla realtà”.

Appena due giorni prima i carabinieri arrestavano 33 persone nell’ambito dell’operazione della DDA “Bellu lavuru”, così chiamata da una intercettazione telefonica tra il boss di Africo Morabito (il celebre “tiradritto”) e la figlia Antonia, che lo chiama in carcere e dice: - quello della statale 106 è proprio un bel lavoro, cioè un ottimo boccone…

Scenario dell’inchiesta, durata circa due anni, i lavori di ammodernamento della statale 106 jonica, la via che da Reggio conduce in Puglia, chiamata anche la “strada della morte” per i numerosi incidenti stradali.

Le indagini partirono dalla galleria del comune di Palizzi, la cui volta era interamente collassata, per fortuna senza conseguenze per gli operai. Condotte aveva subappaltato i lavori a due società, ambedue considerate dalla Procura distrettuale antimafia “creature” della potente cosca di Africo Nuovo. “A febbraio - dicono gli inquirenti - sono state effettuate le prove di schiacciamento sulle carote in calcestruzzo, alla presenza dei tecnici ANAS e della stessa Condotte, da cui sono emerse palesi difformità in ordine alla qualità dei materiali posti in opera”, così che Condotte decideva di sciogliere i contratti di subappalto. Appena in tempo.

martedì 7 aprile 2009

Prevedere e prevenire: quando la missione diventa possibile

Giampaolo Giuliani, ricercatore dei laboratori del Gran Sasso, aveva lanciato l'allerta, scatenando la psicosi generale: «Ci sarà un sisma disastroso». Ripreso da Bertolaso e denunciato per procurato allarme, ora lo stesso Giuliani spiega le ragioni per cui il terremoto si poteva prevedere.

lunedì 6 aprile 2009

L'Aquila trema



Terremoto a L'Aquila, ecco la notizia aggiornata. Il numero dei morti, secondo fonti certe, è salito a 27. La situazione all'ospedale cittadino diventa sempre piu' drammatica. Ci sono intere zone inagibili, i medici medicano i feriti anche all'aperto, di fronte alla entrata del pronto soccorso e continuano ad arrivare feriti. Scosse di assestamento si avvertono ancora. C'e'un'unica sala operatoria in funzione. Una parte dei feriti piu' gravi e' trasferita in elicottero negli altri nosocomi abruzzesi. Nello specifico, le sorelle fiamminghe e la terza coinquilina stanno bene. Il timore dopo la prima scossa delle 22.48 l'ha convinte a dormire in auto. Una scelta apparentemente esagerata, ma che si è rivelata prudentemente corretta. Il video qui sopra è soltano una minima parte di tutto il materiale audiovisivo che da stanotte sta riempiendo i media televisivi ed, ovviamente, anche Internet.

domenica 5 aprile 2009

Figuraccia del Cavaliere - atto secondo

Il Berlusca si ripete. Al vertice di ieri della Nato, Angela Merkel ha atteso i suoi ospiti sul ponte che collega sul Reno la città tedesca di Kehl e quella francese di Strasburgo, celebrando così i 60 anni dell'Alleanza. Dopo la simbolica stretta di mano tra la Merkel e Sarkozy, il corteo dei leader si è incamminato verso il lato francese. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato l'unico che ha non ha partecipato alla passeggiata sul ponte ed alla cerimonia dell'incontro perchè impegnato in una telefonata al cellulare. Berlusconi, infatti, appena sceso dall'auto presidenziale, si è intrattenuto in una conversazione, si dice, con il premier turco Erdogan. Importante, per carità. Ma non giustificabile da far aspettare, invano e spiacevolmente, la sbalordita "cancelliera" tedesca.

sabato 4 aprile 2009

Rock'n'rolla

Guy Ritchie ha lasciato Madonna e la sua tratta di bimbi in Malawi ed è tornato in ballo, nel posto che più gli è consono: dietro la macchina da presa. E' tornato assieme alla sua amata Londra, piena di balordi e gangster stereotipati, uniti da un unico scopo: quello di arricchirsi alla svelta. Sto parlando di "Rock'n'rolla", quinto lungometraggio del regista britannico, una nuova crime comedy corale ambientata interamente nella capitale inglese. Dopo esser stato presentato al Festival di Roma il 5 settembre 2008, la produzione italiana ha deciso di (o è riuscito a) farlo uscire nelle sale cinematografiche nostrane soltanto il 24 aprile prossimo (dopo "appena" 7 mesi, quindi). Finalmente, dunque, si potrà reperire su eMule non soltanto la versione originale inglese (magari sottotitolata), ma anche quella in lingua italiana. Un "Ooohhh aaahhh!" collettivo, Gang! Intanto, nell'attesa di tale prodigioso evento, riporto qui un breve sunto della trama ed il trailer (ovviamente in lingua madre).


TRAMA:


Protagonista di questa storia è Mr. One Two (Gerard Butler), leader di un gruppo di ladruncoli, conosciuti come "Il mucchio selvaggio". Questi finiranno, senza volerlo, per pestare i piedi al terribile Lenny Cole (Tom Wilkinson), un gangster vecchia scuola, in affari con un mafioso russo che intende far soldi attraverso la speculazione di terreni edificabili. Per sigillare il patto, il russo ha regalato a Lenny un dipinto di valore. Quando il quadro scompare, Lenny assolda il suo luogotenente Archy (Mark Strong), il quale punta subito il dito contro la gang di One Two. Nella complicata rete di personaggi del film, c’è anche spazio per Stella (Thandie Newton), la contabile del gangster russo. Si tratta del primo personaggio femminile davvero forte in uno dei film del regista. Il resto è caos totale, destinato a sfociare nel sangue. E come sempre il bizzarro "sense of humour" del regista è garantito. La città di Londra e i suoi bassifondi sono sempre i veri protagonisti della storia. “Questa è una Londra diversa da quella di Lock & Stock e di quella in cui io sono cresciuto – ha dichiarato Ritchie - Le cose sono cambiate e ci sono sempre più soldi in giro e tante nuove cose su cui speculare”. E curioso è anche come il regista abbia rivelato di essersi liberamente ispirato alla vita sregolata del cantante dei Babyshambles, Pete Doherty: “Mentre mettevo a punto la sceneggiatura, lui era in Tv e su tutti i giornali. Giorno dopo giorno. Tutti vogliono leggere di Doherty perché sono affascinati da un uomo che crolla, ma che ha sempre la forza per rialzarsi. La gente vuole vederlo toccare il fondo e poi tifare per la sua rinascita”.


TRAILER:


venerdì 3 aprile 2009

Ennesima figuraccia del Cavaliere

Al G20 di Londra, il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, credendo di stare ad una fraschetta dei Castelli, chiama ad alta voce il Presidente Obama ("Mr. Obama!!!"), subito dopo la foto di rito attorno alla regina Elisabetta, la quale disapprova in maniera piccata i modi spartani del nostro premier ("Ma perché deve urlare?").