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sabato 31 maggio 2008

Oggi è il grande giorno

So bene, o compagni, che le parole non aggiungono virtù, né portano una squadra da ignava a strenua, né da timida a forte per un discorso dell'allenatore o del capitano. Quano ardimento alberga nell'animo di ciascuno per natura o per educazione, tanto suole manifestarsi in partita. Si esorterebbe invano chi né la gloria, né i pericoli riescono a spronare: la paura che invade l'animo tappa gli orecchi. Ma io vi sto contattando per ricordare poche cose e al tempo stesso per rendervi noto il mio punto di vista a riguardo. Sapete certamente, o compagni, che la stoltezza del Gufo Emiliano, l'indolenza di Kevin Morelli e la repulsione di Tyler Durden apporterà a noi stessi una grande perdita. Adesso in verità, a che punto siano le nostre cose, lo comprendete tutti al pari mio. Cinque darts team nemici ci ostacolano dalla conquista del campionato provinciale e dalle finali nazionali di Bolzano. E quand'anche l'animo vi ci spingesse con grandissimo desiderio, la mancanza di tre elementi ci proibisce di fare sogni enormi, costringendoci a rimanere coi piedi saldamente per terra. Tuttavia, per qualunque strada si decida di andare, il cammino deve essere aperto con il tungsteno dei corpi e la plastica delle punte delle freccette. Perciò vi esorto affinché questo pomeriggio siate forti e con l'animo preparato. E quando si accende la battaglia, ricordate la ricchezza, l'onore, la gloria che voi possedete. E ricordate inoltre che portate in una mano la libertà e, nell'altra, la vittoria. Se avremo successo, col bottino abbondante, ce ne andremo questa sera a danzare, ad alcolizzarci e a fare l'amore. Se per paura cedessimo agli avversari, le nostre donne sono obbligate a lasciarci all'asciutto e nessun luogo, né amico, proteggerà colui che le freccette non avranno protetto. Però vi dico, o compagni, che non la stessa forza guida noi e gli avversari. Noi combattiamo per la vita, per un sogno, per la Gang Apart. Perciò con maggiore ardore andiamo all'attacco del 20x3 o del 19x3, memori della primitiva virtù che sonnecchia nei nostri corpi e stenta a fuoriuscire una volta per tutte. Ci sarebbe stato possibile con somma infamia passare la vita lontano dai circoli di freccette; avremmo potuto giocare alla Play Station, ballare in discoteca, espellere dal petto le energie in altri modi. Perché sembra che agli uomini, quei deformi e insopportabili esseri che abitano la feccia del mondo, piaccia far questo. Se questa misera sorte vogliamo respingere, c'è bisogno allora di audacia. Nessuno, se non il vincitore, mutò mai la guerra in pace, la fatica in estasi. Sperare la salvezza nel 4° o nel 5° posto, questa è una follia. In battaglia il maggior pericolo lo corrono sempre quelli che più temono, l'ardimento è come un muro. Con voi, compagni, scendo sul campo di battaglia. Ed osservandovi e valutando le vostre temerarie azioni, maggiore speranza di vittoria avrò. L'animo, l'età, la virtù vostra mi incoraggiano. Lo "Shining path", da timido, mi rende forte. Lou Brown è con voi.

giovedì 29 maggio 2008

Appuntamento da non perdere


Non potete mancare ........

H2O



La storia del nostro pianeta (mi riferisco a quella geologica non quella degli uomini) racconta che a seguito di bruschi cambiamenti climatici si sono susseguite altrettanto brusche evoluzioni dell'ecosistema.

Oggi assistiamo a fenomeni meteorologici che sono raddoppiati per potenza e durata, come ad esempio gli uragani nei tropici, desertificazioni incombenti e una assoluta mancanza di ricorrenza del clima annuale in tutto il globo.

Ultimamente ho notato che da diversi anni ormai le rondini non fanno più tappa nella nostra città e non credo che sia un fatto dovuto alla mancanza di alternative di svago estivo.

Queste piccole cose sono anche più allarmanti di un uragano, perchè questo lo si può ricondurre ad un evento eccezionale, ma il cambiamento dei flussi migratori degli animali comporta che lo stesso ecosistema è sensibilmente mutato.

Il nostro paese è uno dei più richi di acqua del mondo e il primo in europa per risorse idriche ma ultimamente la situazione sta peggiorando anche qui, certo non come in spagna, che si è ridotta ad importare l'acqua dalla Francia.

Ho sentito dire più volte che nel prossimo futuro si combatteranno guerre per l'acqua e non più per il petrolio, quello che mi chiedo è chi combatterà queste guerre se l'acqua diventerà tanto scarsa da impedirci di sopravvivere.

Naturalmente sul nostro pianeta la vita continuerà ad esistere, non credo infatti che riusciremo a far peggio del metorite che ha fatto estinguere i dinosauri con un inverno nucleare senza sole per più di un anno, il problema (per noi non per la terra, la terra se ne sbatte) e che gli esseri umani dovranno rifugiarsi in un posto ben più protetto della loro casa con l'aria condizionata; a meno di viaggi interstellari alla Star Treck, credo proprio che dovremmo fare qualcosa nel nostro piccolo e chiedere a chi ci rappresenta che i primi problemi da risolvere non sono il realizzare o meno l'inutile ponte sullo stretto di Messina. Chi vuoi che ci passi su quel ponte se anche adesso in Sicilia sembra di stare in Libia?

The "Royal Gang Apart Darts"


Demoliamo Casette!

In merito alla partita contro Casette, la direzione della Gang Apart si riserva soltanto poche parole. È l'ultima giornata di campionato. Almeno per quel che ci riguarda, qualunque sarà il risultato di stasera, la classifica non subirà alcuna variazione: siamo ultimi ed ultimi rimarremo. Ma contro Renegade & co. dobbiamo vincere perché:
a) in questo modo eviteremo ci venga assegnato il "Cucchiaio di legno";
b) dimostreremo a tutti gli avversari che al torneo di sabato, presso gli impianti sportivi della Foresta, noi non ci limiteremo a fare la parte delle comparse;
c) così ci ubriacheremo da Polletto.
Ottenere il successo non sarà facile. Senza la presenza di Judas e di Chopper Read, capitan Tyler Durden, Lou Brown ed Elvis (altrimenti detta Pilu Largo) si dovranno ancora una volta avvalere del contributo dell'ammiraglio Dago, di ritorno da Milano, pronto a sostituirsi clandestinamente al Gufo Emiliano. E poi chissà, magari ci sarà il ritorno a sorpresa di Kevin Morelli...

mercoledì 28 maggio 2008

Il canestro la mia vita


Oggi dopo una giornata passata a lavorare , e un caldo tremendo , caldo che ti fa appiccicare le mutande in mezzo al culo , con la maglietta sudata indossata stamane alle 5 ma che ormai aveva ampiamente fatto il suo lavoro...non contento di tutto ciò mi sono diretto al pattinodrome , ormai luogo fisso per le performance sportive della Gang . Questa volta con me sotto il mio braccio , con l'aria del bambino che si apprestava a fare i suoi primi tiri , c'era il pallone da Basket firmato Nike ne andavo così fiero. Entrato nel primo campo c'erano 2 bimbi di età 15-16 anni , dico "non possono competere con me " e vado avanti alla ricerca di qualcuno alla mia altezza . Nel secondo campo scorgo finalmente altri 2 bimbi di età compresa tra gli 8 e i 10 anni ....di colore ....dico "loro sì che possono essere ala mia altezza"....mi metto a fare qualche tiro , tanto per prendere confidenza con il pallone , con il canestro , e con le mie scarpe .....sì perchè mi permettevano sempre di scattare al meglio per andare a riprendere la palla che non entrava ....era solo per non impensierire i bimbi ....ad un certo punto la domanda fatidica , uno dei bimbi , che già si chiama Jordan mi invita a giocare ...non aspettavo altro ...le mie evoluzioni diventano più efficaci , saltare sopra la testa degli avversari non è facile , ma a me riusciva troppo bene , spallate , falli , il sudore mi colava in ogni dove sentivo le mutande che ormai somigliavano al costume da piscina , ma la mia grinta era feroce . Purtroppo non ho potuto finire la partita con i miei avversari , anche se mi hanno concesso la rivincita , dato sono dovuti andare assolutamente ...la mamma li aspettava a cena e li chiamava incessantemente , ma non volevano rinunciare alla sfida con me . Sudato non sono sstato contento della partita ed ho continuato , fino a quando più nessun bambino stava giocando intorno a me e io finalmente potevo sentirmi Jordan , Kobe , Shaq , Sojurner , Meneghini tutti insime in unico giocatore ......solo contro quel canestro protetto da una mano fatata , dato che le mie realizzazioni saranno state del 20%. Sudato come non mai sono tornato a casa a farmi la doccia fredda , il sole mi aveva dato in testa considerando che stavo per dirigermi a Roma per giocarmi la finale scudetto.....ma io dico quale Roma dovevo volare negli Stati Uniti .....e invece niente la doccia ha smontato tutto questo , e mi ha riportato alla fatica ....e il sonno che ora avanzano inesorabili ......però è troppo bello andare a letto così

Fanta basket


Non so voi ma io oggi pomeriggio mi vado a fare due canestri , l'appuntamento è per le 19 al pattinodromo , tutto questo per tenerci in forma e fare 2 salti data l'amara prestazione di lunedì sera . Lo so non è la stessa cosa ma sicuramente i vostri culoni sudici butteranno giù qualche chilo di quella sbrodolosa ciccia che vi portate sulle spalle , e i vostri muscoli flaccidi si ricordaranno che è ora di tornare al movimento .....orza Gang vi aspetto

martedì 27 maggio 2008

Abbiamo perso la testa

Una disfatta epica. Più o meno della stessa entità di quella di Waterloo o di Caporetto. Una batosta inimmaginabile, almeno alla vigilia. Intendiamoci, una sconfitta contro Cittaducale ci poteva stare, ma perdere nella maniera vista ieri sera, sinceramente, non ci fa affatto onore. Non fa onore alla TLC Football Club, campione d'Europa dopo nove partecipazioni alla più blasonata tra le competizioni per club, a cui hanno partecipato gloriose società del calibro di Milan, Real Madrid, Manchester UTD, Inter, Arsenal, Barcellona, Chelsea, Roma, Liverpool e tante altre. Non fa onore nemmeno alla Gang Apart, sublime entità spirituale che quotidianamente rappresentiamo su questo blog. Quattro sono i principali compiti di una squadra di calcetto. O almeno, quattro sono gli imprescindibili fattori affinché una squadra di calcetto possa definirsi sufficientemente tale: mantenere le posizioni, passare la palla, (soprattutto per un portiere) difendere la porta con qualunque mezzo, (soprattutto per un attaccante) tirare. Ebbene, noi non abbiam fatto nulla di tutto ciò. Ecco allora riassunti, in quattro e quattro otto, tutti i motivi della nostra debacle di ieri sera. Una strigliata è doverosa, a maggior ragione dopo aver sentito lo sfogo di Chopper, a fine gara, di rientro nel container adibito a spogliatoio: "Rega', basta! Me so' rotto il cazzo de gioca' a calcetto! Bisogna anda' a gioca' a ping-pong! Lì almeno te movi giusto un po' co' le braccia, te bevi una birra... è più tranquillo!" Non mi pare sia questa la filosofia della nostra Gang. Ma, in fondo, per una birra e per una partita a ping-pong, ci sto! L'aneddoto della serata ha invece come protagonista Andrew Winchester, il quale, terminata la partita, ha lanciato sugli spalti i suoi boxer. Questi i risultati:


Insomma, stendiamo un velo pietoso sulla partita di ieri e concentriamoci ora sul match di freccette di stasera. Andiamo a Corvaro e infiliamo il cucchiaio di legno nel deretano di quei venditori di cavalli. (Se c'è qualche corvarese che legge, sappiate che si scherza! Abbiamo molta stima di voi. Ad esempio, sono da poco venuto a conoscenza di una storiella davvero interessante che vi riguarda. Si narra che nel 1200 i vostri predecessori abbiano menato San Francesco. Nella Chiesa della principale piazza del vostro paesello è infatti conservato, come reliquia, il cappuccio del frate, sfilatogli mentre scappava per evitare le botte. Ehm... no comment!) A sorpresa, potrebbe essere dei nostri anche Kevin Morelli, finalmente con il morale giusto per riaffrontare la vita. Stamani infatti il barista più eclettico di tutta la provincia reatina ha raggiunto un accordo con un assurdo salamelecco abruzzese, che rileverà l'attuale attività, sostituendola con un wine bar. (Chiamatemi pure "Novella 2000"!) Nostro obiettivo è presentarci all'inaugurazione, mangiare e bere l'impossibile e non farci mai più rivedere da quei pizzi. Tutti d'accordo?

lunedì 26 maggio 2008

Tutti a ju Corvaru!

La Royal Gang Apart Darts è invitata, numerosa più che mai, a partecipare alla trasferta, valida per la penultima sfida di campionato, contro il bar "La Crocetta" di Corvaro da disputarsi il giorno 27 c.m. Vi rallegrerete nel venire a conoscenza che tutti gli accidenti gratuitamente inviati al capitano della squadra avversaria, Gianfranco, si sono concretizzati: il talento cicolanese, infatti, a seguito di un infortunio sul lavoro, indosserà domani le semplici vesti di spettatore. Un ooohhh-aaahhh a tutti i gufi purpurei! Comunque ci dispiace che la sua carriera sia finita prematuramente.

P.s. Appuntamento alle ore otto meno un quarto (e guai a chi sfora) presso studio notarile Ill.mo duca conte Lou Brown!

Orgoglio TLC

Si annuncia che questa sera, presumibilmente dalle ore 21 alle ore 22, il team civitese capitanato da Pipino il Breve ha sfidato il nostro team per una partita di calcio a cinque. Lo ha reso noto ieri, sul tardo pomeriggio, Andrew Winchester, il quale, con l'ausilio di Lou Brown, procederà stamani alle convocazioni. Innanzi tutto, l'invito va a Tyler Durden e Chopper Read. (Fateci sapere al più presto se sarete disponibili o meno). Per il quinto elemento, data l'assenza di Judas e del colonnello Lobanovski, si sta ancora valutando attentamente tra una lista lunghissima di schiappe fotoniche non appartenenti al nobile sodalizio della Gang Apart. Vi terremo aggiornati. Nel frattempo, auguriamo a tutti i lettori del nostro blog uno splendido inizio di settimana.

P.S. Si ricorda inoltre che un blog, affinché rimanga in vita, è necessario venga regolarmente aggiornato con post di qualsiasi natura. Mi raccomando, fate sentire il vostro attaccamento al gruppo.

giovedì 22 maggio 2008

Comunicazione di servizio urgente

L'organo direttivo della Gang Apart sollecita tutti coloro i quali vogliano diventare soci del club che andrà a sostituirsi all'Arcangelus Place di via Paterno di incontrarsi alle ore 18, al City Bar, per discutere dei termini di riscossione e gestione dell'attività. È prevista inoltre, prima di cena, una visita presso la residenza di Kevin Morelli per discutere con lui circa la totale insensatezza della sua proposta. D'accordo a non diventare degli sciacalli, ma comportarsi nei modi da lui indicati significherebbe, in tutto e per tutto, far beneficenza. Si comunica, infine, che il Duca Conte Lou Brown sta provvedendo all'organizzazione del penultimo match del campionato provinciale di freccette. Gli atleti del Royal Gang Apart Darts si tengano in allerta, poiché non è escluso che la gara si disputi in serata, presso il bar Micioccoli del Polletto.

mercoledì 21 maggio 2008

Il pollo trema

Che sapore ha la vittoria? Quello di una pralina di cioccolato o del latte bevuto dal seno materno? Quello di un frutto, che ne so, di una fragola, di un kiwi, di una pesca? O quello del miele denso, leggermente caramellato? Per un attimo ci è sembrato quasi di percepirlo sulla lingua. Ma per poter assaporare al meglio quella squisitezza, avremmo dovuto azzannare l'incontro, senza che gli avversari ce lo sottraessero all'ultimo momento dalla bocca. Si pretendeva l'eccellenza, sebbene nessuno nella nostra squadra potesse dirsi tale. Eppure, in una dirompente serata di pioggia, quando il tempo appare bizzarro per la stagione che andiamo vivendo, tutto allora può accadere. Anche che una piccolo, neonato darts team di quartiere, decimato dall'assenza di alcuni tra i più rappresentativi atleti, sfiori di un nonnulla il successo, costringendo gli sbalorditi avversari ad uno sprint giocato al fotofinish. 8-9, il punteggio conclusivo (21-23 il computo dei legs). Due set rispettivamente per il sottoscritto Lou Brown e per Dago (sotto le mentite spoglie del Gufo), clamorosamente vincenti anche nel doppio; due set anche per Chopper ed uno, aprite bene le orecchie, per Pelo Largo, portata in trionfo per l'intero locale di via Micioccoli. Ci siamo fatti scappare i due punti, questo è vero. Ma i campi di freccette sono ormai destinati a diventare il nostro santuario. Eccolo lì, fuori dal vortice dei disordini e degli odii. Lì, dove tutto sembra comunque uguale: lotta, sopravvivenza, vittoria, sconfitta. È soltanto un gioco, forse. Ma noi lo adoriamo.

martedì 20 maggio 2008

Il pollo è in pentola

Nell'attesa di decidere sulle sorti dell'Arcangelus Place, gli atleti della gloriosa Royal Gang Apart Darts sono convocati per il terzultimo match di campionato, che li vedrà opporsi al Bar Micioccoli. Il Polletto è già in pentola ed aspetta impaurito che l'acqua dove attualmente giace bollisca. Stavolta non lo salveranno i suoi amici, tanto meno la donnaccia che lo accompagna nella vita: per stanotte sarà lesso.

...Others make it happen...


--- La questione si aggiornerà dopo una chiacchierata con il Morello ---

domenica 18 maggio 2008

Wake Up!


venerdì 16 maggio 2008

La Darts League continua

Si comunica a tutti gli atleti facenti parte della Gang Apart Royal Darts che stasera i lanciatori di dardi del Bar La Crocetta giungeranno da quel di Corvaro con l'illusoria e gradassa speranza di ottenere agilmente la vittoria. Ciò non avverrà, poiché venderemo cara la nostra pelle. Si avvisa inoltre che il Duca Conte Lou Brown ha appena ricevuto una telefonata da parte di Massimo, in arte Polletto. Il match contro quegli ubriaconi del Bar Micioccoli si recupererà martedì 20, come sempre alle ore 21. Ci attendono due settimane di fuoco in vista della finalissima che si disputerà dal 30 maggio al 1° giugno: quattro incontri in tredici giorni, mica bruscolini. Dunque forza e coraggio... che a segnare ci pensa Robeeeeerto Baggio!

giovedì 15 maggio 2008

Giovedì universitario

Si avverte l'ammiraglio Dago che, una volta sostenuto il colloquio di lavoro con la Sabinapol, potrà contattare il sottoscritto Lou Brown per partire così alla volta de L'Aquila, dove ci attende un giovedì universitario all'insegna del piacere dionisiaco più sfrenato in compagnia delle sorelle fiamminghe.

martedì 13 maggio 2008

Amsterdam, il paese dei balocchi

“Il paesaggio olandese ha tutte le qualità che rendono così piacevole la geometria. Un viaggio in Olanda è un viaggio attraverso i primi libri di Euclide”.
Aldous Huxley

Irriverente, lussuriosa, eccitante. Un mix di provinciale e di cosmopolita che mostra una rara e spiccata preferenza per il mondo giovanile, per le droghe, per il sesso, una vocazione innata a compiacersi nella tolleranza, in una permissività che a volte si fa provocazione. C'è chi dice che la miglior vacanza ad Amsterdam è quella che, dopo, non riesci a ricordare. Ed in effetti, anche noi ragazzi dell'allora V E, sette anni fa, abbiamo assaggiato questa sua reputazione. Amsterdam è un autentico luna park, un paese dei balocchi che calamita a sé crazy people da ogni angolo del pianeta. In questa città, la volontà di rinnovare e collaudare il futuro sconfina spesso nell'imprevedibile, nella trasgressione più esasperata, ma legalizzata ed anzi tramutata in ordine costituito. Per quanto le guide turistiche si dilunghino sui bei canali e sui celebri museo come il Van Gogh o il Rijksmuseum, sul traffico dei battelli e sul mercato dei fiori, è la gente che fa di Amsterdam una località particolare da visitare. Un popolo folle e coraggioso, aperto e spontaneo, che ama la vita senza filtri, che dimostra un'agghiacciante attitudine di fronte agli eccessi avvalendosi di una generosa apatia e di una compiaciuta tolleranza. Eppure, dietro le dimensioni modeste e gli stereotipi del tutto è permesso, questa città nasconde una miniera di particolari seducenti, di segreti gelosamente custoditi e di curiosità insospettabili che si aggiungono a quella fama libertina che da decenni ne fa la meta prediletta dai giovani in cerca di trasgressioni, dagli avventurieri on the road, la patria dell'eccesso e del memorabile oblio. Per ricordare e dimenticare ancora, spero con tutto me stesso che un giorno non troppo lontano i sei membri (floridamente lunghi, vivacemente turgidi e disincantatamente sbrodolosi) della Gang Apart più l'ammiraglio Dago possano decollare in quella direzione e condividere lì, tutti insieme, il più arrembante week-end della loro vita.

lunedì 12 maggio 2008

Siamo una squadra veramente!


Lo stadio “Pattinodrome” di Villa Reatina apre per la terza volta i propri cancelli ai campioni della TLC Football Club. Questa volta, ad opporsi alla squadra allenata da Joe Treditutto (come annunciato alla vigilia, assente dalla panchina per prendere parte alla sagra del vin brulé a Moggio, in provincia di Lecco), il team fondato dall'uomo Del Monte, che ha detto “sì!” all'invito recapitatogli da uno dei postini di Maria De Filippi. I bianco-rossi scendono in campo con Tyler Durden, Judas, Lou Brown, Andrew Winchester, Dago, Pipino il Breve, Batti-gol e Danielino. Degli avversari, detto in assoluta sincerità, non ce ne frega una mazza e pertanto eviteremo di riportare qui sopra la loro formazione e qualsiasi altro cazzo peloso e rancido li riguardi. L'orario previsto per l'avvio del match è per le 16, ma, allo scoccare dell'ora canonica, sul terreno di gioco mancano ancora diversi giocatori. Tra questi Tyler Durden e Lou Brown, impegnati a centellinare caffè al bar di Lisciano. Nella distensione di quegli attimi, Tyler confida a Lou di aver già tracannato, prima del suo arrivo, una Moretti fresca fresca da 66 centilitri, come suggeritogli da mister Treditutto alcuni giorni prima. Allibito, Brown, dopo avergli consigliato di non prendere alla lettera tutti gli insegnamenti del proprio coach, fa notare al suo amico che si è soliti bere birra a conclusione della performance sportiva, così da sciogliere l'acido lattico accumulato durante lo sforzo. Al contrario, l'assunzione di tale bevanda alcolica prima di qualunque gara non viene indicata neppure sull'enciclopedia culinaria delle peggiori bettole irlandesi. La teoria di Brown sarà tuttavia smentita durante l'incontro, al termine del quale Tyler Durden sarà nominato “man of the match” da una prestigiosa giuria presieduta dal custode Luciano Maggiorana e composta da affermati giornalisti del calibro di Asvero Antonetti, Torquato Cocuccioni e Luca Rivani. Tignoso ed elegante il difensore di via Vazia, che si candida ormai seriamente ad occupare un posto tra i ventitré azzurri che a giugno cominceranno, in Austria e in Svizzera, una nuova avventura europea. I successi della TLC sono infatti strettamente legati alle sue eccellenti prestazioni, ben coadiuvate da quelle dei suoi pari ruolo, Andrew Winchester e Dago, che in più di un'occasione hanno l'enorme merito di ricoprire le falle create dai reparti avanzati. Soffrono un po' i centrocampisti, costretti ad ingurgidare chili e chili di polvere sollevata dal galoppante scalpiccio della squadra avversaria. Problemi fisici per Brown, le cui piaghe sviluppatesi ai piedi durante il primo tempo non gli impediscono tuttavia di portare a termine il match, realizzando peraltro due reti, una di testa su calcio d'angolo battuto da Judas ed una di destro, da fuori area, dopo una fuga partita da metà campo. Stesso numero di marcature per l'altro centrocampista, Pipino il Breve, nuova pedina nello scacchiere della TLC, che da sabato pomeriggio può anche contare le presenze di altre due new entry, quali Danielino e, soprattutto, Batti-gol. Per l'attaccante ex Alba Villa Reatina e Virtus Quattro Strade, una prova gagliarda, corredata da tre reti, che ha convinto i tre dirigenti della società di Piani San Filippo a sottoscrivere con lui un contratto annuale. Dinanzi ai microfoni, il giocatore si è subito detto soddisfatto per la firma: come contropartita economica, riceverà un buono pasto da Nardecchia, in quel di Santa Rufina, ed un pacchetto di profilattici Settebello offerto gentilmente dal Market “La vera Norcia” di Don Pierluigi. Dulcis in fundo, una nota più che intonata da spendere nei riguardi dell'altra punta bianco-rossa, Judas, che, dopo un turno di stop, si ripresenta al Pattinodrome in grande spolvero. Per lui, quattro goal e due assist, sintomo di una discreta forma fisica ottenuta nonostante i continui aperitivi a suon di Vodka & Martini ed i turni ospedalieri trascorsi a sollevar vecchiette di 130 chilogrammi ciascuna. L'ernia è ormai vicina, ma veder mettere a segno una rete alla “Shaolin Soccer” non appena battuto il calcio d'inizio allevierà ogni suo dolore di qui sino al 2011. Fino ad allora, lo staff societario si è detto indisponibile a pagare le relative cure mediche da egli stesso prescritte, in quanto primario. Fondamentalmente, quelli della TLC, al conflitto di interessi, non ci fanno neppure caso. Piuttosto si godono questa vittoria per 11-8 con un bicchiere di Peroni in mano seduti ancora una volta ai tavolini del bar di Lisciano, pronto a diventare luogo di ritrovo della Gang Apart, qualora la chiusura dell'Arcangelus Place divenisse ufficiale.

Attenti alle palle, arrivano i cinesi!

Dopo i ristoranti vegetariani e quelli macrobiotici, arrivano quelli specializzati in piatti a base di peni e testicoli. La notizia, diffusa dal giornale tedesco Der Spiegel, viene dalla città cinese di Beijing.
Nomi romantici per organi genitali - Una catena di ristoranti infatti, ha ideato un menù decisamente alternativo per chi ha lo stomaco forte in tutti i sensi. Tra le pietanze proposte figurano esotiche proposte quali i "Fiori del gelsomino", "I tesori del deserto oppure "l'Essenza del Buddha d'oro". Dietro questi nomi poetici si nascondono però testicoli di asino tagliati a fettine sottili (Fiori di gelsomino), oppure testicoli di pecora al curry (Tesori del deserto).
Anche cani e anatre - Nell'offerta non ci sono solo i genitali di asini e pecore: ambiti anche quelli di cavalli, cani, foche, anatre e del bue tibetano. Della catena per ora fanno parte già cinque locali nella capitale cinese, e sono prossimi all'apertura alcuni ristoranti a nche in America e in particolare ad Atlanta in Georgia.

sabato 10 maggio 2008

TLC Football Club vs. Del Monte Boys

Per la terza volta in questa stagione, la TLC Football Club scende in campo per disputare un match di calciotto che la vedrà stavolta opporsi ad una compagine quasi del tutto sconosciuta. L'organizzazione della squadra avversaria è stata infatti interamente affidata all'uomo Del Monte, che, contattato dall'organo federale della Gang Apart, ha detto: "Sì!" Mister Joe Treditutto, quest'oggi probabilmente assente alla gara per motivi di natura alcolica, ha stilato ieri sera, ancora sufficientemente sobrio, le convocazioni. Oltre ai soliti Lou Brown, Andrew Winchester e Tyler Durden, tornano sul terreno di gioco, dopo un turno di stop, Judas e Dago, quest'ultimo probabilmente impiegato come estremo difensore. A sorpresa, invece, vestirà la prestigiosa maglia bianco-rossa della TLC Pipino il Breve, acquistato ieri mattina dalla società civitese alla sontuosa cifra di 3,90 euro più una bottiglia di genziana offerta gentilmente dal papà di Lou Brown. Spazio infine ai due oriundi, Batti-gol & friend, che si son già pronunciati con toni entusiastici in merito alla convocazione ricevuta. Indisponibili per il match, Chopper Read (partito stamani per Cuneo, con la speranza di incunearsi con la sua trave nella parete vaginale di qualche donzella piemontese), Semenza (attualmente in volo sui cieli pisani, pronto a gettarsi col paracadute sulla Piazza dei miracoli), Kevin Morelli (col morale sotto le scarpe per il recente fallimento imprenditoriale), Jaculone (a cui è stata diagnosticata una rottura del polso causata dell'eccessivo numero di seghe consumate giornalmente) e Dario Occudio (incatenato a casa dalla propria nevrotica compagna). L'appuntamento è per le ore 16 allo stadio "Pattinodrome" di Villa Reatina. I giocatori effettueranno il riscaldamento un quarto d'ora prima, presso il bar di Lisciano, dove bicchieri di Sambuca, di amaro e di grappa voleranno fitti come la nebbia padana durante la stagione invernale.

venerdì 9 maggio 2008

A caccia del polletto

La Gang Apart è lieta di annunciarvi che stasera, alle ore 21, presso l'Arcangelus Place di via Paterno, il darts team capitanato da Tyler "Francis Begbie" Durden disputerà il match contro il Bar Micioccoli, valido per la seconda giornata di ritorno del campionato provinciale di freccette. Si prega di accorrere numerosi alla partita durante la quale si assisterà allo spiedo del Polletto, portabandiera della squadra avversaria. Al termine della gara, sarà possibile degustarlo contornato da patate o verdure a scelta. Come frutta, 'sta banana!

mercoledì 7 maggio 2008

1° Torneo "Gang Apart Royal Darts"

Tra pochi minuti avrà inizio, presso l'Arcangelus Place, la prima edizione del torneo "Gang Apart Royal Darts". Ancora dubbi sul nome ed il numero dei partecipanti. Certa la presenza di Judas, di Lou Brown, di Kevin Morelli e dell'ammiraglio Dago, di ritorno da Milano, i quali hanno dato la loro completa disponibilità già nel tardo pomeriggio. Il vincitore del torneo, oltre ad un premio in denaro, riceverà un trofeo messo a disposizione dal negozio "Megasport", situato in via Isonzo. A tutti i concorrenti, un grosso "in bocca al lupo" e... vinca il migliore!

La vera storia di Tyler Durden - 2° puntata

Pizza connection

Il pomeriggio scorreva lento ed inesorabile, le ennesime ore solite e grame che la combriccola di via Vazia avrebbe condiviso unita, guidata, nella sua scorribanda per le strade del quartiere, dalla musica blasfema dei Sanculamo o dagli irriverenti scherzi telefonici ai danni di Mario Magnotta, bidello aquilano venerato da Tyler e compagni come fosse una divinità sacra. «Io senta, porco ***! Adesso mi ha veramente rotto i coglioni!» Le risa sguaiate seguivano puntualmente l'esibizione dell'attore di turno che azzardava un'imitazione della voce originale. «Mannaggia *** e porco ***! Basta! Mi avete rotto i coglioni! Mannaggia la *******! Basta co' 'sta lavatrice! Io doma' mattina ritorno al mio giudice, al mio avvocato e vediamo un po' come si mette la questione!» Le risa si moltiplicavano, battuta su battuta fino a sciorinare l'intero dialogo con disarmante precisione. Ciascuno di loro (parlo nello specifico di Tyler Durden, di Chopper Read e del compianto Nelson Pucci, disperso Dio sa dove in compagnia della vecchia Signora, sua futura consorte) conosceva quel brano a menadito. Per memorizzarlo era bastato loro rimanersene seduti accanto alle casse del proprio personal computer sul cui schermo veniva costantemente trasmessa l'homepage de “Il manicomio online”, primo progetto di invasione del Net messo in atto dai ragazzi di Piazza T. In quel pomeriggio, spensierato e giulivo, il ridere indistinto e confuso era proseguito ad un ritmo talmente martellante, che i tre bracconieri della strada avevano avvertito d'improvviso una curiosa voragine allo stomaco. Il languore cominciava a farsi sentire, ma il tempo della cena era ancora piuttosto lontano. I tre pensarono dunque ad una piccola merenda: un trancio di pizza da 1.000 lire mandato giù da qualche sorsata di Coca Cola o di birra. Ad ospitare il loro pomeridiano convivio, una pizzeria a taglio situata sulla Terminillese (per evitare che Chopper scassi il cazzo con questioni relative alla tutela della privacy ed al rispetto del trattamento dei dati personali, a malincuore sono costretto ad omettere dal racconto il nome dell'attività). Prima Nelson, poi Chopper, chiesero un pezzo di pizza margherita. Fu quindi il turno di Tyler, che si attenne alle due precedenti ordinazioni, prima di spostarsi dinanzi alla cassa per effettuare il pagamento. Allungate le 1.000 lire alla commessa, ella infilò la banconota nel registratore senza tuttavia battere alcuno scontrino. Poco male, immaginerete voi. Non fu però del vostro stesso parere Tyler, il quale, risentito per la mancata annotazione fiscale, con tono di voce austera richiamò l'impiegata: «Guardi che non mi ha fatto lo scontrino.» «Ma sì che gliel'ho fatto!», rispose lei, mentendo spudoratamente e mandando così su tutte le furie Tyler che, senza pensarci due volte, lanciò il trancio di pizza che teneva in mano, colpendo in pieno volto la ragazza. Impietrita, ella lo rimase a guardare. Nei suoi occhi ci vide il fuoco di miliardi di fiammiferi accesi contemporaneamente, lo sguardo infernale che solo il Diavolo può avere. Che fosse stato davvero lui il Diavolo?

martedì 6 maggio 2008

La vera storia di Tyler Durden - 1° puntata

About a Game Boy

Piazza T. non era affatto uno di quei quartieri per bene, dove una coppia di poveri Cristi potesse veder crescere la propria prole in una maniera sufficientemente sana e tranquilla. Neppure la famiglia Durden, stimatissima non soltanto dai vicini di casa, ma anche da tutti coloro i quali risiedevano nel circondario, poteva esentarsi da questa preoccupante situazione. Sebbene infatti la più piccina tra i due figli non mostrava di essere una scalmanata od una attaccabrighe, né dava l'idea che lo sarebbe diventata di lì per il resto dei giorni a venire (ligia com'era ed educata in modo ferreo come un allievo dell'accademia dei marines), stessa cosa non si poteva affermare del primogenito Tyler, sempre lì, sul piede di guerra, rinchiuso nella propria cameretta con le orecchie protese alle casse dello stereo hi-fi ad ascoltare la musica dei Nirvana e a tradurre in un atteggiamento poco riguardoso gli insegnamenti grunge impartitigli dalla famosa band di Seattle. Badate bene però: quella che, per alcuni di voi, potrebbe apparire come una logica ed inevitabile tappa passeggera nel percorso di vita di un adolescente in piena fase di crescita, divenne tuttavia un autentico stile di vita quando, nell'elenco dei modelli da imitare ad ogni costo, Tyler aggiunse il nome di uno dei più celebri ladri tra i cartoni animati: Arsenio Lupin. Il ragazzo mise in atto i suoi primi furti nei bar, rubando qualche bustina di zucchero o pacchetti di gomme da masticare. Col trascorrere delle stagioni, i suoi colpi si fecero sempre più arditi. Il piccolo vizietto da adolescente in crisi si tramutò come per incanto in una vera e propria malattia, la stessa che gli esperti psicologi definiscono, rifacendosi agli antichi greci, “cleptomania”. Tyler affinò la propria tecnica truffaldina a tal punto che nessuna attività commerciale, grande o piccola che fosse, poté più ritenersi inespugnabile ai suoi occhi. Dapprima che questo accadesse, però, in molti sottovalutarono le doti del giovane. Uno di questi fu il cartolaio del quartiere, che, sprovvedutamente, osò esporre in vetrina un Nintendo Game Boy, da poco in circolazione sul mercato italiano, stimandolo a caro prezzo, una somma di gran lunga superiore rispetto al suo valore effettivo nonché all'importo medio stabilito dagli altri commercianti reatini. Considerate tali premesse, il giovane Tyler fu letteralmente ammaliato dall'idea di estirpare quel marchingegno elettronico proprio sotto i baffi del venditore. Bastarono appena un paio di secondi per farsi coraggio, entrare nella cartoleria accompagnato dal suo amico Chopper Read e cortesemente chiedere delle fotocopie di un volantino raccolto da terra, il cui contenuto nessuno dei due sapeva di cosa trattasse. L'uomo, acconsentendo alla richiesta del ragazzo, prese il foglio e si diresse in una stanzetta situata proprio dietro gli scaffali della libreria, lasciando dunque Tyler da solo nel locale in compagnia di Chopper, il quale tentò invano di redimere il suo amico, convincendolo a non commettere stupide bravate. Malgrado i saggi consigli dell'amico, senza che quest'ultimo se ne accorgesse, Tyler allungò invece il braccio in direzione della vetrina finché con una mano riuscì ad afferrare la piccola consolle portatile. In attesa che il cartolaio facesse il suo ritorno, Tyler prese nevroticamente a canticchiare all'orecchio dell'amico Chopper un ritornello ("Game Boy! Game Boy!") la cui melodia ricordava molto la canzone "Bad Boys!" interpretata nell'omonimo film da Will Smith e Martin Lawrence. Pagate poi le fotocopie, in men che non si dica, entrambi si rigettarono fuori dal negozio. Il volto di Chopper era impaurito ed esaltato allo stesso tempo. Imbarazzo e stupore erano le due condizioni tra le quali continuava ad oscillare vedendo l'amico suo carissimo ghignare gelidamente come un ladro cinico e fiero del suo gesto eccessivo. Aveva così inizio la carriera fraudolenta di Tyler Durden, colui che in poco tempo fece tappezzare l'intera città con la foto ritraenti il suo volto. Sopra l'immagine del viso, una scritta: "Wanted!"

lunedì 5 maggio 2008

True romance - Una vita al massimo

... vado al massimo!". Così canticchiava il vecchio Joe Treditutto in sella alla sua puledra smarmittata, di ritorno dalla Sabina dopo un'intensa serata brava. Scheggiava sulla Salaria dicembrina, col vento che faceva danzare nell'aria quei pochi bulbi piliferi radicati alla sua tonda e lucente calotta cranica. Nella mente dell'uomo continuava a risonare la sola eco di un'intonata voce amica: "Vado in Messico! Vado in Messico!" Tanto era ammaliante quel canto, che il vecchio Joe si convinse stupidamente che la strada verso la sua accogliente dimora fosse la Route 85, che dal Canada conduce ad El Paso, nel torrido stato del New Messico, dove avrebbe trovato ad attenderlo la sua giovane mogliettina, pronta ad ospitarlo tra le proprie cosce generose e roventi. In realtà, la sua momentanea posizione nella mappa geografica del benedetto globo terrestre altro non era che nell'anonimo e nebuloso San Giovanni Reatino, proprie alle porte della sonnecchiante città di Rieti, e non in uno di quei stati come l'Illinois o Dio solo sa quale altro. Aveva tuttavia proseguito spedito il percorso indicatogli dallo "Shining path" fino ad arrivare a destinazione, senza neppure un neurone che gli desse tuttavia una mano, anche solo consigliandolo o facendo semplicemente il tifo per lui. E così, scaltro come una faina e rapido come un leprotto di primo whisky, non si era accorto di esser giunto, chilometro su chilometro, oltre il limite etilico impostogli dalla legge. Quando la soave vocina si trasformò improvvisamente in un urlo accorato e la gianna si fece gelida e poderosa a tal punto da fargli cadere l'apparecchio acustico sotto il pedale dell'acceleratore, il vecchio Joe pensò che il Messico dovesse essere un posto più caldo rispetto a quanto percepito in quegli istanti. Tale dubbio scombussolò la vita di quei pigri neuroni che giacevano ubriachi sopra i suoi aridi tessuti cerebrali, che ripresisi in maniera assai sollecita dal trauma, lo aiutarono a comprendere che stavolta l'aveva presa davvero grossa. Immensa. Guardando attraverso il parabrezza, scovando un cartello che riportava la scritta "Pian de Rosce", la spada di Damocle piombò perpendicolare sul suo melone marcio. Messo a folle il motore della sua vettura, scese allora per verificare che i suoi occhi fossero abbastanza lucidi da vedere davanti a sé l'immagine di una sconfinata distesa di neve. Lentamente fece un passo, due, affondando le gambe sino all'altezza delle ginocchia. Scambiando quel manto candido per cocaina, prese quindi a correre a perdifiato, fino a lanciarsi ad un certo punto in un leggiadro tuffo carpiato, con l'unico intento di sniffare fino all'ultimo grammo della bianca. Il suo tonfo procurò una profonda voragine, ad oggi conosciuta con il nome de "Il ritorno del Cariddi". Nello stomaco dell'incontaminato prato antistante il solo bar presente in zona, rigorosamente chiuso di sabato sera, il vecchio Joe ebbe la fortuna di rinvenire il più prezioso fossile disperatamente ricercato dagli archeologi di tutto il mondo: la purpurea cagata di un mammut appartenente ad una delle famiglie di animali ritenuti sacri dall'antica dinastia della Skunk Apart. Il nauseabondo odore che ancora "emainava" il costoso cimelio lo fece completamente rinsavire. "Porco ***!", esclamò Joe. "Dovevo anda' a Piazza Tevere!" Scagliando le glaciali feci appena scoperte oltre le cime del monte Terminillo, più o meno fin quasi l'altipiano del Tibet, continuando a bestemmiare in tutti i dialetti della provincia di Rieti conosciuti, salì di nuovo in groppa alla borbottante equina d'oltralpe. Inforcò quindi al contrario la Terminillese, senza curarsi dell'autovelox posto all'altezza degli Stimmatini, né del piccolo Chucky che ogni notte soleva attraversare la strada sul proprio fiammante triciclo gridando a squarciagola "Foffa Rieti!" Giunto finalmente a casa, ad accogliere il vecchio Joe in camera da letto non vi era però la stessa donna posseduta durante il visionario cammino, bensì un perfetto esemplare di rugoso comò di carne umana in pieno stile "arte povera". L'entusiasmo scevrò in un solo battito di ciglia. Al vecchio Joe non rimaneva altro che infilare dunque la testa nel cesso continuando a vomitare per l'intera notte con addosso la flebile speranza di ritrovarsi all'alba con una tequila in una mano ed una cerveza nell'altra, sdraiato di schiena ad intonare con voce gaudia: "Vado a gonfie vele!"

domenica 4 maggio 2008

Diario di un viaggiatore

E45 - DIREZIONE PERUGIA
30 Aprile 2008, ore 16:40

Devo andare. Dove? Non so, ma so che devo farlo. E non serve affondare il piede sul pedale dell'acceleratore. Non ho fretta di arrivare da qualche parte. Non ho una meta ben stabilita da raggiungere. Sto soltanto viaggiando, semplicemente. E quando si viaggia, la cosa più importante di tutte è il percorso che si intraprende. Come in un film o in un libro: fondamentale per un regista o per uno scrittore è il linguaggio da adoperare, non lo sciogliersi della trama. Così vale pure nella vita, e forse anche di più: è l'esistenza stessa che ha valore, non la morte. Ed io ho deciso di esistere, di esistere ancora, quasi non ce la facessi più a sopravvivere. Ed è in fondo esattamente per questo che lunedì sera, di ritorno da Roma, esasperato dall'ennesimo litigio col father, ho indossato di nuovo la giacca ed ho sbattuto la porta in faccia alla frustrazione. E di lì, via! Senza sapere dove, come e forse neanche il perché. Ho ingranato la marcia ed ho lasciato che la mia Focus si arrampicasse in cima al colle che ospita il convento dei frati cappuccini. Una fuga breve, ho pensato. Giusto il tempo di riassaporare il gusto di qualcosa di inconsueto, di lievemente straordinario, considerata la mia recente routine abitudinaria. Giusto il tempo di precipitare con la schiena sul sedile allestito orizzontalmente a mo' di branda, aspirare tre o quattro sigarette, una di seguito all'altra, ed addormentarmi poi con le note di “Superfly” di Curtis Mayfield, sognando Chicago, gli anni Settanta e la blaxploitation. La notte è passata: tenera, soffice, naturalmente melanconica. Ed al risveglio mi sentivo già meglio, abbastanza affamato per assaggiare una nuova trasgressione. Né l'assenza di un materasso, di una coperta o di un cuscino, né il freddo, il buio o la solitudine, né qualsiasi altra carenza percepita ha potuto privarmi della sensazione di vigore interno provata in quel curioso albeggiare. È stato come rinascere, in un certo qual senso. E quando si incontrano certe fortune, non si può mica far finta di niente e tornare in fretta e furia nel proprio tugurio quotidiano. Non so chi di preciso mi abbia offerto quell'opportunità, ma ho subito capito che una cosa del genere andava afferrata al volo. Grazie a questo intimo “on the road” avrò di nuovo modo di guardarmi dentro, nell'anima. Io, di nuovo solo, con me stesso. Lontano da certe convenzioni, dalle congetture, dai vincoli. Fuori da ogni schema, sistema o prigione entro cui capita di sentirsi ansiosamente oppressi. Grazie a questo piccolo viaggio avrò tempo e maniera di riflettere liberamente ed attentamente: sul mio passato, sul mio presente, sul mio futuro; su tutto ciò che sono e quel che vorrei diventare; sulle persone, gli oggetti e gli ambienti che mi circondano e su quelli che vorrei mi circondassero; su cosa portare dietro e cosa lasciarsi definitivamente alle spalle. Mi è presa così. Forse è soltanto una botta di follia. D'altronde non ho mai creduto, né asserito di essere una persona normale. Non so cosa pensino di questa mia scelta i miei genitori, i miei parenti o i miei amici, se ritengano questo mio gesto un capriccio da bambino, l'atto estremo di un giovane sull'orlo dell'esaurimento nervoso o l'espediente più spontaneo per ricaricare le batterie, per evadere dal carcere e prendere una boccata d'aria da incamerare in vista degli schiavizzanti tempi a venire. Non so quali siano i punti di vista di tutte queste persone, ma, detto in assoluta sincerità, al momento me ne infischio. Non pretendo che comprendano il mio atteggiamento, chiedo soltanto che lo rispettino. Ed al di là se lo faranno o meno, io proseguirò lo stesso il mio cammino. È giunto dunque il momento di inforcare nuovamente gli occhiali da sole e riportare l'auto in carreggiata. Qui, su una piazzola non molto distante dall'uscita per Acquasparta, attraverso i vetri della vettura sento il sole verniciarmi la pelle col suo calore intenso. Nel portabagagli un plaid arancione, un borsone colmo di indumenti pescati a casaccio dall'armadio ed una busta con due paia di scarpe, le più comode che ho trovato. Sul sedile posteriore uno zaino pieno zeppo di cd di tutti i generi e per tutti i gusti, musica per ogni tipo di viaggio o di situazione. Vicino al cambio un pacchetto di Camel, uno di chewing gum ed il cellulare lasciato finora perennemente spento. Accanto a me, a destra, il sedile è vuoto. E così, in fondo, mi piace vederlo.

ormai siamo alla guerriglia

(ANSA) - LAGOS, 3 MAG
Nigeria: attacco a pozzi Shell
I ribelli del Delta del Niger hanno fatto saltare oggi tre pozzi di petrolio gestiti dalla Shell. Lo hanno riferito fonti della sicurezza.L'attacco e' avvenuto contro una stazione di pompaggio a Diebu, nello stato nigeriano meridionale di Bayelsa.Ieri un tribunale aveva deciso che il processo a carico del leader ribelle Henry Okah si svolgera' a porte chiuse e il Mend, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger aveva minacciato rappresaglie.

(ANSA) - LAGOS, 4 MAG
Nigeria: 2 rapiti in attacco nave
Uomini armati rapiscono 2 persone durante un attacco sferrato contro una petroliera presso il canale di Bonny, nel sud della Nigeria. Si tratta, annuncia un portavoce militare, del capitano, un bianco di nazionalita' ancora sconosciuta, e di un ingegnere nigeriano. Nella zona del delta del Niger, che ospita uno dei terminal petroliferi piu' importanti del Paese, sono sempre piu' frequenti gli attacchi del Mend,i ribelli del Delta, che ieri hanno fatto saltare 3 pozzi gestiti dalla Shell.

Una Domenica Insieme

Non so quanti leggeranno il post ma chi lo fa prego di avvertire tutti quanti ...per passare una domenica insieme verso le 15 a vedere il derby della Madonnina e magari poi andare a scorazzare per campi e giocare all'aria aperta dove non ci sono freni e l'aria è più buona .....dopo questa rivisitazione bucolica della situazione che si presenterà dopo il derby, ribadisco il mio invito a vedere Milan vs Inter a casa mia tra un dolcetto e l'altro .

giovedì 1 maggio 2008

Un branco di cani sciolti...un cane sciolto dal branco


Sono a casa. Oggi alcuni membri (tralascio i purpurei aggettivi perché non mi sento ispirato, ma sappiate che sono quei fatidici tre) della Gang Apart, meglio conosciuti come Tyler Durden e Chopper Read hanno trascorso la giornata al mare, San Benedetto Del Tronto per la precisione, in compagnia dei più rappresentativi componenti della Crew (Pelo Largo, Pelo Stretto, Iaculone, Lisciano e Sorema). Altri membri erano impegnati con il lavoro purtroppo ( l'ospedale non si ferma mai ad esempio) ma nonostante il primo maggio sia la festa dei lavoratori mi piace l'idea che questo giorno sia soprattutto un'occasione per festeggiare indistintamente tutti. L'assenza di Judas, Lou Brown, Winchester e del Colonnello si è sentita, oggi era il tipico "Perfect Day" da trascorrere tutti insieme, però la presenza della Crew è stata fondamentale e l'esodo è stato più che piacevole. Il clima è stato perennemente fraterno e l'affetto che oramai ci lega l'un l'altro ha fatto sì che il tempo si fermasse e ci regalasse questi eterni ed intensi attimi di vita vera. "Quasi sopraffatti da un senso di assoluta felicità, come se avessimo d'un tratto inghiottito un pezzo di quel sole che ci ha accompagnati, dalla partenza fino al ritorno". Come se quel boccone lucente ci ardesse dentro. Ha ragione l'onnisciente Tyler nel dire che probabilmente rievocheremo in futuro aneddoti di questa giornata. Descriverli sarebbe ingiusto, perchè probabilmente non renderei giustizia ad ogni evento, e forse noioso, perchè praticamente quest'oggi abbiamo cancellato dal dizionario la parola Quiete. Non voglio essere chiamato Morfeo, indi non lo farò. Mi limito a riferirvi telegraficamente che la TLC BeachSoccer Club ha conquistato 3 punti al Golden Goal contro una rappresentativa locale di giovani fenomeni, usando numeri che qualcuno definirebbe scorretti (nascondersi sotto la sabbia o fingere infortuni per distrarre l'avversario) ma che a noi piace chiamare "Experience". Il Risultato finale 5 a 4. Inoltre, come potevasi immaginare, ci siamo fatti riconoscere diverse volte per i nostri modi di fare delicati nonchè per la purezza e l'innocenza dei nostri dialoghi.

Domanda: perchè nonostante il giubilo circostante, i miei pensieri ,guidati dalla brezza (o dall'ebrezza), oltrepassavano più volte i confini regionali, mutando alternatamente il loro iperbolico sorriso in una retta. Era l'ansia per qualcuno contrapposta alla gioia istantanea o momentanea? Ai posteri l'ardua sentenza.

Buon 1° Maggio a tutti!!

Nei mesi precedenti a questa data migliaia di operai avevano combattuto per la giornata piu' corta. Esperti e non qualificato, neri e bianchi, uomini e donne, nativi ed immigrati, tutti erano stati coinvolti nella causa.Nella sola Chicago in 400.000 erano in sciopero. Un giornale di quella città' riportava che «nessun fumo usciva dagli alti camini delle fabbriche e dei laminatoi, e le cose avevano assunto l'apparenza di un giorno di festa». Questo era il centro principale delle agitazioni, e qui gli anarchici erano all'avanguardia del movimento dei lavoratori. E' anche merito dei loro attivisti se Chicago e' diventato un centro sindacale d'eccezione ed ha dato il piu' grande contributo al movimento per le otto ore. Quando il primo maggio del 1886 gli scioperi per le otto ore paralizzarono la città', una meta' della manodopera della ditta McCormick usci'dalla fabbrica. Due giorni dopo parteciparono ad una assemblea di massa seimila lavoratori del legno, anch'essi in sciopero. I lavoratori stavano ascoltando un discorso dell'anarchico August Spies a cui era stato chiesto di organizzare la riunione dal'Unione Centrale del Lavoro. Mentre Spies stava parlando, invitando i lavoratori a rimanere uniti e a non cedere ai capi, i crumiri stavano cominciando a lasciare la McCormick. Gli operai, aiutati dai lavoratori del legname, marciarono lungo la strada e spinsero i crumiri nuovamente dentro la fabbrica. All'improvviso giunsero 200 poliziotti e senza alcun preavviso attaccarono la folla con manganelli e revolver. Uccisero uno scioperante, ne ferirono un numero indeterminato di cui cinque / sei seriamente. Oltraggiato dai brutali assalti di cui era stato testimone, Spies ando' agli uffici dell'Arbeiter Zeitung (un quotidiano anarchico per gli operai immigrati tedeschi) e li' compose una circolare invitante i lavoratori di Chicago a partecipare ad un meeting di protesta per la notte seguente. Il meeting di protesta ebbe luogo in Haymarket Square e fu tenuto da Spies e da altri due attivisti anarchici del movimento sindacale, Albert Parsons e Samuel Fielden. Durante i discorsi la folla rimase tranquilla. Il sindaco Carter Harrison, che era presente dall'inizio della riunione, non aveva ravvisato nulla che richiedesse l'intervento della polizia. Avviso' di questo il capitano della polizia John Bonfield e suggeri' che il grosso delle forze di polizia che attendevano alla Station House fossero mandate a casa. Erano quasi le dieci di sera quando Fielden stava per dichiarare chiusa la riunione. Stava piovendo molto forte e solo duecento persone circa erano rimaste nella piazza. Improvvisamente una colonna di polizia di 180 uomini guidata da Bonfield entro' nella piazza ed ordino' alla gente di disperdersi immediatamente. Fielden protesto': «Siamo pacifici». In quel momento una bomba venne gettata fra le file della polizia. Una persona fu uccisa, 70 rimasero ferite di cui sei in maniera grave.La polizia apri' il fuoco sulla folla. Quante persone siano state ferite o uccise dalle pallottole della polizia non e' mai stato accertato esattamente. La stampa e i governanti chiedevano vendetta, insistendo che «la bomba era un lavoro di socialisti e anarchici». Furono perquisiti luoghi di riunione, uffici del sindacato, stamperie e case private. Tutti coloro che erano conosciuti come socialisti ed anarchici vennero portati dentro. Anche molte persone ignare del significato di socialismo e anarchismo vennero arrestate e torturate. «Prima le perquisizioni, poi il rispetto dei diritti di legge»: questa fu l'asserzione pubblica di Julius Grinnell, il procuratore di Stato. Otto uomini furono processati con l'accusa di essere assassini. Questi erano: Spies, Fielden, Parsons e cinque altri anarchici coinvolti nel movimento dei lavoratori: Adolph Fischer, George Engel, Michael Schwab, Louis Lingg, Oscar Neebe. Il processo inizio' il 21 giugno 1886 nella Corte di Cooke County. I candidati della giuria non furono scelti nel modo usuale, cioe' ad estrazione. In questo caso il procuratore Grinnell nomino' un apposito funzionario per selezionare i candidati. Alla difesa non fu consentito di presentare le prove che questo funzionario speciale aveva pubblicamente dichiarato: «sto gestendo questo caso e so di cosa parlo. Questi imputati stanno sicuramente andando alla forca». La composizione finale della giuria era chiaramente di parte, essendo essa costituita da uomini d'affari, loro impiegati ed un parente di uno dei poliziotti morti. Nessuna prova venne presentata dallo Stato che uno qualunque degli otto uomini davanti alla corte avesse tirato la bomba, e che fosse in qualche modo connesso col suo lancio o avesse persino approvato tali atti.In effetti, solo tre degli otto uomini erano stati in Haymarket Square quella sera. Nessuna prova venne offerta che uno qualunque degli oratori avesse incitato alla violenza. Persino il sindaco Harrison nel suo intervento al processo descrisse i discorsi come «addomesticanti». Nessuna prova venne offerta che qualunque violenza fosse prevista. In effetti, Parsons aveva portato i suoi due figli piccoli al comizio. Che gli otto fossero a processo per il loro credo anarchico e per le loro attivita' nel sindacato fu chiaro fin dall'inizio. Il processo si concluse cosi' com'era cominciato, com'e' testimoniato dalle parole finali del discorso alla giuria di Grinnell:«La legge e' sotto processo. L'anarchia e' sotto processo. Questi uomini sono stati scelti, selezionati dal Gran Giuri' e indicati perche' essi erano capi. Non sono piu' colpevoli delle migliaia che li hanno seguiti. Signori della giuria, condannate questi uomini, fate di loro degli esempi, impiccateli e salvate le nostre istituzioni, la nostra societa'.». Il 19 agosto sette degli imputati furono condannati a morte e Neebe a 15 anni di prigione. Dopo una massiccia campagna internazionale per la loro liberazione, lo Stato commuto' le sentenze di Schwabb e Fielden nella prigione a vita. Lingg truffo' il boia suicidandosi nella sua cella il giorno prima dell'esecuzione. L'11 di novembre 1887 Parsons, Engel, Spies e Fischer furono impiccati.Seicentomila lavoratori parteciparono al loro funerale. La campagna per liberare Neebe, Schwabb e Fielden continuo'. Il 26 giugno 1893 il governatore Altgeld li libero'. Egli chiari' che non stava concedendo il perdono perche' pensava che gli uomini avessero sofferto abbastanza, ma perche' essi erano innocenti del crimine per il quale erano stati processati. Essi e gli uomini impiccati erano stati vittime di «isteria, giurie impacchettate e un giudice di parte». Le autorita' ai tempi del processo credettero che questa persecuzione interrompesse il movimento per le otto ore, invece in seguito emerse che la bomba poteva essere stata tirata da un agente di polizia che lavorava per il capitano Bonfield. Una cospirazione che coinvolgeva alcuni capi per screditare il movimento dei lavoratori. Quando Spies parlo' alla corte dopo essere stato condannato a morte, egli affermo' di credere che questa cospirazione non avrebbe avuto successo. «Se pensate che impiccandoci potete fermare il movimento dei lavoratori, il movimento da cui milioni e milioni di persone che lavorano nella miseria vogliono e si attendono salvezza, allora impiccateci! Qui voi spegnete una scintilla, ma dovunque intorno a voi le fiamme divampano. E' un fuoco sotterraneo: non potete spegnerlo». E questo, il primo maggio, rappresentò per molti decenni successivi: una scadenza annuale comune a tutto il movimento dei lavoratori, in ogni parte del mondo. E molto spesso, fu proprio da questa giornata che la mobilitazione di massa dei lavoratori segnò momenti storici particolari, durante le due guerre mondiali, durante la resistenza e l'antifascismo. Oggi parlarne ha un senso non solo per conservarne la memoria storica, ma per il contenuto, il significato che essa rappresenta in termini di coscienza di classe e di lotta degli sfruttati dove, in tema di orario di lavoro, diritti, salari, emancipazione, cambiamento della società liberista imperante, c'è molto da fare, non solo per riconquistare diritti e dignità rubati, ma per gettare sullo scenario dello scontro di classe in atto, gestito solo dal padronato attualmente, la forza e l'utopia delle masse lavoratrici. Buon primo maggio a tutti i lavoratori, a tutti i precari e a tutti coloro che vogliono lavorare nel rispetto della legalità e nel rispetto della propria persona.

Si parte!!!

Parte della nostra combriccola oggi sarà dedita al trip verso San Benedetto, il sole sembra che ci accompagnerà nel viaggio a differenza di Pasquetta non sarà in vacanza e quest’aria pulita di maggio diventerà la nostra benzina.

C’è chi come la nostra stella lavorerà anche oggi, il mio buon umore presto relegherà il disappunto per la mancata scorpacciata di amici a un vago sentore di scomodità motoria, come se camminassi con delle scarpe troppo grandi, ma sono sicuro che ci divertiremo in questa giornata che il tempo trasformerà in uno dei ricordi piacevoli da rievocare, quando si è sotto l’effetto di cannabioidi.

Mentre dopo Caparezza e i No Doubt, Bossanova dei Pixies, mi tiene compagnia essendo sveglio come al solito da ore, capisco che oggi non attraverseremo Posta, Accumuli, Acquasanta ecc semplicemente costeggiando i paesi ‘correndo’ in macchina come quando ci si muove da soli.

Un viaggio è una cosa ben diversa da spostarsi.

Noi percorreremo l’Abruzzo, non ci muoveremo e basta come dei pendolari che non vedono l’ora di arrivare a destinazione, il nostro traguardo lo abbiamo già raggiunto nel momento in cui ci ritroviamo.

Gli altri ‘Corrono sempre, non vedono più nulla. Dio solo sa come siamo potuti essere un popolo di navigatori ed esploratori. All’italiano medio il viaggio lento fa ridere’.

Perciò rimbocchiamoci le maniche, ormai sono le 8:10, vedo se riesco a ritrovare la maledetta borsa termica, controllo che la macchina sia a posto, mi butto qualcosa addosso e via verso la complicità.

Ps: La parte virgolettata è di Paolo Rumiz in È Oriente, buon primo maggio a tutti.